Pinzolo e Carisolo
Pinzolo e Carisolo due paesi che sembrano uno solo………. La storia medioevale conosce Pinzolo attraverso documentazioni scritte a proposito della sua storia economica e religiosa e, soprattutto, per la presenza di una delle prime Compagnie dei Battuti del Trentino.
L’archivio comunale di Pinzolo conserva una recente versione dello statuto della Confraternita; tuttavia questa lasciò un nucleo di testimonianze ben ampia e concreta della sincerità e del fervore che la ispiravano. I Battuti erano una congregazione religiosa formata da laici dediti a una spiritualità fatta di lunghe orazioni, di severe penitenze e di azioni sociali e caritative.
L’importante chiesa cimiteriale dedicata oggi a San Vigilio ha origini antiche: risale probabilmente a prima del Mille; nei primi decenni del XVI secolo le sue dimensioni erano ridotte. Nel 1539 Simone Baschenis ne decorò la parete sud eseguendovi il famoso Trionfo della Morte con la relativa Danza Macabra, i Sette Peccati Capitali e la Resurrezione di Cristo.
Nel 1823 nacque a Pinzolo Nepomuceno Bolognini, una delle figure più rappresentative del Risorgimento trentino. Egli fondò, nel 1882, nel suo paese natale, la SAT e approfondì e divulgò la conoscenza della storia e del folclore di Pinzolo.
La prima guerra mondiale ebbe uno dei suoi più importanti teatri nella zona dell’Adamello e non risparmiò il paese di Pinzolo, sia in temini di morti che di pericoli e di difficoltà. Peraltro la povertà dell’intera Val Rendena e di Pinzolo spinsero molti dei suoi abitanti ad abbandonare la loro terra, emigrando alla ricerca di lavoro e di un minimo di benessere. Agli arrotini di Pinzolo che girarono il mondo con la mola ad affilare coltelli e lame nel 1969 fu eretto un monumento all’entrata del paese.
Coerentemente alla sua vocazione turistica e montana, nel 1952 fu costituito qui il primo Corpo di Soccorso Alpino.
Tratto da Wikipedia
Chiesa di Santo Stefano Protomartire
Uno dei monumenti storici più importanti che si trova a Carisolo è la chiesa di Santo Stefano, situata appena sopra il paese, a quota 862m. La chiesa sorge su uno sperone di roccia all’imbocco della Val Genova, una vallata alpina lunga circa 20 km. Dall’alto della roccia accanto alla chiesa, dove attualmente sorgono le tre croci di un Golgotha simbolico, si vede tutto il meraviglioso paesaggio dell’alta Val Rendena.
La prima menzione documentata di questa chiesa risale al 1244, in una pergamena, conservata presso la Chiesa di Giustino. Nella prima metà del Quattrocento è avvenuta la trasformazione dell’edificio antico, con la sua attuale “orientazione” non più verso est, ma verso sud, e nel 1454 ebbe luogo la riconsacrazione della chiesa nella sua struttura attuale. Nel 1736Carisolo divenne curazia autonoma e nel 1751 viene aperta al culto la sua attuale chiesa parrocchiale di San Nicolò[5].
Santo Stefano divenne da allora chiesa cimiteriale. La struttura architettonica è sostanzialmente di stile gotico ma con modifiche dovute alle circostanze ambientali in cui è stata realizzata. Anche se la chiesa ha una sua valenza architettonica e storica, sono i dipinti di Simone II Baschenis che danno a Santo Stefano il suo particolare valore artistico e che in genere maggiormente interessano il visitatore.
Di particolare interesse sono gli affreschi dei Profeti (fra i quali si riconosce Daniele) e Re di Israele. Sulla parete di sinistra si può ammirare un affresco, che rappresenta la Madonna con il bambino, dai lineamenti molto fini e delicati, che ricordano la pittura rinascimentale. La parete destra presenta tre fasce di affreschi: in alto l’Ultima Cena, sotto una schiera di Santi, e più in basso ancora un piccolo Gesù Bambino.
L’Ultima Cena, tipica dei Baschenis, ha elementi che si ripetono in diverse altre opere di questi pittori in altre chiese sia del Trentino che del Bergamasco. La prospettiva è ancora primitiva e rudimentale, tutti gli apostoli siedono da un lato della tavola, coperta da una tovaglia bianca e da cibi simbolici. Singolare è qui la presenza di un personaggio in più: vi sono 12 persone a tavola più una figura in primo piano che riceve la comunione dal Cristo. Questa figura è presumibilmente Giuda Iscariota.
Eremo di San Martino
L’eremo di San Martino si trova all’imbocco della Val Genova, sulle pendici meridionali del Monte Lancia, a 1226 metri di quota. Esistente già nel 1312, fu sede di eremitaggio fino al XVIII secolo. Annualmente vi si celebra una messa in occasione della festa di San Martino. Dal piccolo piazzale antistante si può ammirare un panorama unico, con le cime del Brenta e la piana del Sarca [6].
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